La grandezza della ‘Divina Commedia’ è tale che, al confronto, tutte le altre opere di Dante appaiono minori. È sbagliato però sminuire un capolavoro come ‘Vita nuova’, che rappresenta in maniera eccellente tutta la grandezza stilistica e concettuale del Sommo Poeta. L’amore spirituale di Dante per Beatrice si risolve in un testo conflittuale, a tratti problematico, scritto alternando i versi alla prosa e, come consuetudine, caratterizzato dalla presenza di una complessa simbologia. Scritta tra il 1293 e il 1295, si compone di 31 liriche e 42 capitoli. Ispirandosi a grandi autori e pensatori del passato come Boezio, Sant’Agostino e Cicerone, in queste pagine Dante conferma di essere il vero padre della lingua italiana. E il suo sentimento nei confronti della donna amata, in un certo senso, trascende la passione umana per trasformarsi in un vero e proprio documento di amore nei confronti della lingua volgare, la stessa che parliamo ancora oggi.