Secondo molti lettori, ‘Il maestro e Margherita’ di Bulgakov è il miglior romanzo russo, e dell’intera Unione Sovietica, di tutto il Ventesimo Secolo. Testo satirico che per molti anni fu disponibile nell’impero sovietico soltanto in versione clandestina come ‘samizdat’ (fenomeno di pubblicazione autonoma per sfuggire alle maglie della censura), regalò all’autore una fama mondiale e postuma quando la sua pubblicazione integrale avvenne nel 1967, quasi trenta anni dopo la sua morte. In precedenza era stato pubblicato, a puntate e in versione censurata, dal giornale ‘Moskva’. Il romanzo racconta le persecuzioni politiche subite dal Maestro, uno scrittore e drammaturgo (con evidenti cenni autobiografici dello stesso Bulgakov) che negli anni Trenta riesce a riscattarsi grazie all’arrivo del Diavolo nelle zone atee dell’Unione Sovietica e al suo amore per Margherita Nikolaevna. Parallelamente è raccontata la storia di Ponzio Pilato e del processo evangelico al Messia, che saranno anche soggetto di un’opera teatrale particolarmente contestata del Maestro. A buon diritto considerato un pilastro della letteratura russa del Novecento, può essere ritenuto uno dei migliori romanzi satirici nella storia della narrativa mondiale.