In questa prima parte, corrispondente anche nella struttura alla prima cantica del poema, il lettore scenderà con Dante e Virgilio negli abissi dell’Inferno. Si troverà davanti a paesaggi inquietanti e a pene atroci, udrà di amori eterni e di odii inestinguibili, di dolci affetti e di passioni devastanti, assisterà alla rievocazione di immani tragedie e a spettacoli grotteschi e persino comici. Insomma, non soltanto un libro, ma tutto un mondo al quale il lettore potrà accostarsi in modo semplice, ma non semplicistico. Un viaggio nell’aldilà, il più famoso che mai sia stato raccontato. Un’opera, la Divina Commedia, conosciuta e celebrata in tutto il mondo. Eppure, questo grande libro, chi lo legge più? Lo si può studiare o tenere in bella mostra nella biblioteca di casa, ma leggerlo è tutta un’altra questione. E per quale motivo? Perché il modo in cui fu scritto e il linguaggio usato dal suo autore ne rendono oggi la comprensione tutt’altro che immediata. Ecco allora che Luciano Corona offre a tutti la possibilità di seguire Dante nel suo percorso ultraterreno attraverso la riscrittura interpretativa della Commedia: non riassunto né tanto meno parafrasi, ma una prosa fluida e accessibile come quella di un romanzo moderno. Il lettore può abbandonarsi al piacere di una lettura scorrevole e appassionante, in quanto, anziché doversi documentare pressoché a ogni verso, come accade con il testo originale, troverà inserite nella narrazione tutte le notizie e le spiegazioni necessarie.