Un evento naturale catastrofico, il terremoto che rase al suolo Lisbona nel 1755, fu la molla che spinse Voltaire a scrivere questo racconto filosofico, che mira a confutare le dottrine ottimistiche e in particolare quella di Gottfried Leibniz. Altro motivo del disincanto del grande illuminista francese è una serie di persecuzioni che lo avevano visto come bersaglio negli anni precedenti. Qui il filosofo prende atto dell’esistenza del male, pur senza esaltare il pessimismo: si limita a osservare che il concetto di vivere nel migliore dei mondi possibili, cardine della filosofia leibniziana, è semplicemente utopia. Candido è un giovane e ingenuo personaggio che vive in Vestfalia, all’interno di uno splendido castello. La sua parabola, frutto del suo essere inguaribile ottimista, ha anche la conseguenza di offrire ai lettori una lezione su come si possa sopravvivere, emotivamente e fisicamente, alle catastrofi della natura e a quelle, cicliche, della storia. Un romanzo di estrema attualità.