Quando questo capolavoro uscì, nel 1847, fu firmato dallo pseudonimo Currer Bell e nessuno sapeva che dietro vi si celasse uno dei talenti più importanti dell’Ottocento narrativo britannico. Scritto in forma autobiografica, riscosse molto successo al momento della pubblicazione: aspetti descrittivi realistici, psicologia dei personaggi raccontata con precisione e raffinatezza, analisi dei sentimenti approfondita. E poi lei, Jane Eyre, una protagonista che è dotata di grande integrità, forza, coraggio e passionalità che sfociano in un’indipendenza che colpisce profondamente i lettori da un secolo e mezzo. Personaggio ripreso da moltissimi autori successivi, non ultimo Carlos Ruiz Zafòn, contiene numerosi elementi autobiografici con l’autrice, primo tra tutti il riferimento alla Lowood School che è una trasposizione letteraria dello spaventoso collegio nel quale Charlotte Brontë fu iscritta all’età di otto anni, dove due delle sue sorelle più grandi persero la vita. Storia di una donna che riesce a essere padrona della propria vita nonostante le avversità, è una morale avvincente quella che si evince da queste pagine: il rigore che si deve alle proprie convinzioni, senza lasciarsi sviare in direzioni dispersive, è la chiave per il successo.