La Grande Guerra non è stata solo un dramma per i soldati che hanno combattuto e patito il freddo e il gelo e il caldo e sono morti o sono stati fatti prigionieri.
La popolazione civile che viveva nelle zone interessate dal conflitto, in special modo dopo la disfatta di Caporetto, ha dovuto affrontare uno scenario forse ancora più estremo: fame, sete, paura, devastazioni e violenze di ogni genere da parte di italiani disertori ormai allo sbando e dai militari austriaci. Stupri che spesso significavano aborti obbligati, madri disperate, orfani abbandonati in istituti senza riuscire a conoscere la loro identità e in che posto si trovassero.
Come non bastasse, finita la guerra è arrivata la terribile influenza spagnola che ha falciato anche chi era riuscito a superare il periodo del conflitto, coinvolgendo principalmente le genti del luogo rispetto al resto dell’Italia.
Attraverso la storia della famiglia Bascon, che si troverà ad affrontare ogni genere di peripezie e dolori, in questo romanzo ogni piega della guerra, ogni svolta anche poco conosciuta viene raccontata con precisione meticolosa, accompagnata dalla grande umanità che traspare in ogni azione dei protagonisti. La guerra è cieca e stupida, ma sa produrre frutti rigogliosi: la voglia di lottare, di farcela a ogni costo, di gioire allo spuntare di ogni singolo raggio di sole che arriva a illuminare all’improvviso una giornata e diventa l’ingrediente inaspettato per mettere in tavola un futuro migliore. All’interno – come in tutti i volumi Fermento – gli “Indicatori” per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.